La Storia |
Proprio a Kawamukai, va attribuito il
merito di aver richiamato l’attenzione dell’Hombu e del Maestro Tada
sulla realtà italiana. Rispondendo positivamente ad una richiesta
pervenutaglia da Chierchini, nell'ottobre del 1964 il maestro Hiroshi
Tada, allora 7° dan, si trasferí in Italia su mandato dell'Hombu Dojo di Tokyo, per insegnare e diffondere l'aikido.
Il M. Tada Hiroshi nei primi tempi della sua avventura italiana
Con l’arrivo del Maestro Tada, il clima
dell’Aikido italiano, che fino ad allora si appoggiava alle visite piú o
meno sporadiche di maestri comeAbe o Mochizuki (residenti in Francia) e
H. Kobayashi, cambiò radicalmente. Il maestro Tada prese contatto con
le maggiori palestre italiane di Judo (non erano diffuse all'epoca altre
arti marziali in Italia), iniziando a dare dimostrazioni, aprendo corsi
ed insegnando dovunque in una girandola frenetica d’iperattività e
mettendo le basi di quello che più tardi divenne l’Aikikai d’Italia.
Il carisma del Maestro Tada era infatti
tale da attrarre a sé una moltitudine di persone, molte delle quali si
preoccuparono di alleviare almeno per quanto era possibile i suoi
sforzi, assumendosi, spesso autonomamente ed oscuramente, incombenze
d’ogni genere. Così, nei primi mesi del 1969, il compianto Avvocato
Giacomo Paudice, sotto lo stimolo del Maestro, aveva cominciato a
lavorare alla bozza di uno Statuto, dalla quale nacque poi l’Aikikai
d’Italia. Il passo successivo fu quello di ottenere il riconoscimento da
parte dello Stato italiano della Personalità Giuridica, ossia dell’Ente
Morale, come Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese.
Intanto, anche dal punto di vista della
didattica, il Maestro Tada aveva istituito una serie di stage annuali di
grande attrattiva, uno, il principale, estivo, uno a Pasqua ed uno a
novembre in occasione delle festività di tutti i Santi. Il primo stage
estivo si svolse a Venezia nell’agosto del 1968 ed ebbe un notevole
successo (per quei tempi pionieristici), con poco più di un’ottantina di
allievi sul tatami.
L’anno successivo si svolse a Roma nel Dojo di Via Eleniana, quindi,
per qualche anno, fu organizzato a Desenzano del Garda. Tutti coloro che
hanno vissuto quei giorni ne hanno una memoria indelebile. I mitici
stage di Desenzano si svolgevano nell’arco di tre settimane, per sette –
otto ore di allenamento al giorno! Dopo, quando la struttura ospitante
di Desenzano si rese indisponibile, lo stage si svolse per un solo anno a
Padenghe, sempre sul lago di Garda ed infine si ebbe la lunga serie di
Coverciano, presso il Centro Federale del Calcio. Attualmente è il
Palazzetto dello Sport di La Spezia ad ospitare lo stage estivo del
Maestro Tada.
Durante questo lungo lasso di tempo, diversi
praticanti giapponesi di Aikido sono transitati per l’Italia, dando il
loro contributo e collaborando con il Maestro Tada; i primi furono i
maestri Masatomi Ikeda, in seguito Direttore Didattico dell’Aikikai della Svizzera,
che insegnò lungamente a Napoli e Toshio Nemoto che fece altrettanto a
Torino. Più tardi, per un paio d’anni, Kano Yamanaka e Jun Nomoto
insegnarono a Firenze. Altri furono meteore ma due degli insegnanti
giapponesi divennero parte integrante dell’Aikikai d’Italia, membri
ufficiali della Direzione Didattica, i Maestri Yoji Fujimoto e Hideki Hosokawa.
L'Aikikai d'Italia, o per meglio dire l'Associazione
di Cultura Tradizionale Giapponese (è questa la denominazione
ufficiale), da sempre configurata come associazione senza scopo di
lucro, a distanza di 20 anni dal riconoscimento della personalità
giuridica ottenuto con DPR n° 526 dell'8 kuglio 1978, ha nel corso del
1998 provveduto agli adeguamenti statutari e gestionali necessari per il
riconoscimento come organizzazione non profit, previsti dalla
legge 460/97. Per una singolare coincidenza, il decreto del Ministero
dei Beni Culturali che approva il nuovo statuto, reca la data dell'8
luglio 1999. 21 anni esatti lo separano dal DPR n° 526. Dal sito Aikikai d'Italia