Ogni Mercoledì ore 21,00 lezione di Bokken e Jo applicati ai principi dell'Aikido
First Fitness Club Catania, Via Messina n°685
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Origini del Bokken:
Secondo una diffusa leggenda il bokken fu introdotto dal maestro Tsukahara Bokuden dopo un memorabile duello con Miyamoto Musashi, agli inizi del XVII secolo, e prenderebbe il suo nome proprio da lui (Bokuden => bokken).
Una stampa giapponese di Yoshitoshi, del 1880, mostra infatti Miyamoto Musashi, armato delle due spade utilizzate nella sua scuola (Niten ichi ryu), nell’atto di avventarsi su Tsukahara Bokuden. Le fonti che citano l'episodio affermano che Tsukahara istruí intensivamente Musashi per un periodo di sei mesi.
Dopo il suo ritiro, avvenuto quando aveva
già superato gli 80 anni, avrebbe incontrato di nuovo il suo antico
allievo affrontandolo in un duello amichevole in cui riuscì ad avere la
meglio. E sarebbe proprio in questa occasione che adottò per la prima
volta il bokken, oppure gli balenò l’idea di adottare un simile attrezzo
da allenamento.
Molto bello, e suonerebbe abbastanza
plausibile, ma già alcune incongruenze nella stampa, su cui torneremo,
dovrebbero mettere in allarme il praticante non alle prime armi e fargli
concludere che quella stampa, per quanto antica, non costituisce una
prova.
Senza tirarla troppo per le lunghe,
arriviamo subito alla smentita, inequivocabile e incontestabile, di
questa leggenda. L’anagrafe non perdona: Tsukahara Bokuden, 1489-1571
(1572 secondo alcune fonti) morì in tarda età ma sicuramente prima della
nascita di Miyamoto Musashi, che si pensa nato nel 1584 anche se alcuni
propongono la data del 1581. Non è assolutamente possibile di
conseguenza che questo duello sia avvenuto.
Un giapponese di media cultura non avrebbe
nemmeno bisogno di consultare un libro per controllarvi le rispettive
date di nascita in quanto i due personaggi appartengono ad epoche
storiche differenti. Tsukahara Bookuden visse sul finire dell'epoca
Muromachi (1338-1573), mentre Miyamoto Musashi nacque in epoca Azuchi
Momoyama (1568-1600) ma le sue imprese appartengono tutte all'epoca Edo
(1600-1868). Scatta insomma l'allarme istintivo che dovrebbe scattare in
ognuno di noi leggendo di un incontro tra Napoleone I e Vittorio
Emanuele II.
Per comprendere come nascono queste
leggende ci dovremo allontanare momentaneamente dal tema del bokken, ma
non saranno digressioni inutili.
In ogni cultura, le belle storie hanno
avuto da sempre l’abitudine di duplicarsi e di venire attribuite a
differenti personaggi in epoche anche assai distanti. Lo conferma anche
la storia occidentale: chiunque abbia letto un testo di storia
sull'antica Roma si sarà imbattuto in molte avvertenze dello stesso
tenore: questo o quell'episodio non sarebbero in realtà mai avvenuti,
trattandosi di mere duplicazioni di episodi posteriori, retrodatate ed
abbellite per la naturale tendenza degli esseri umani alla esagerazione,
o per nobilitarle dando loro una patina di antichità. Non dovremo
esimerci dall’utilizzare lo stesso metro di giudizio per la storia, e le
storie, del Giappone feudale. Non pretendiamo quindi di demolire
aprioristicamente tutto quello che leggiamo, ma prepariamoci ad
esercitare il nostro spirito critico.
Molte delle false piste che il ricercatore
incontra nel suo cammino hanno origini popolari. era infatti d’uso fino
al 1930/1940 circa che i cantastorie girassero per i villaggi giapponesi
raccontando nei loro kodan di inverosimili leggende in cui
venivano mescolati senza alcuna remora personaggi appartenenti ad epoche
molto lontane. Non era infrequente sentirli cantare le imprese di
Minamoto no Yoritomo (XII secolo) alle prese col già citato Musashi
(XVII), e spesso le imprese dell’uno venivavo attribuite all’altro,
perché sono i due guerrieri più conosciuti nella storia del Giappone, ed
un loro incontro o duello costituisce automaticamente una forte
attrattiva, tanto più forte proprio perché inverosimile
A titolo di esempio, aggiungiamo che lo
stesso Tsukahara avrebbe secondo alcune cronache combattuto anche contro
Sasaki Kojiro (ucciso in duello da Musashi il 13 aprile del 1612) anzi
sarebbe stato proprio lui ad insegnargli il famoso colpo a coda di
rondine per cui andava famoso. Di Sasaki si conosce molto poco, si pensi
che la sua età al momento del duello fatale viene calcolata addirittura
tra i venti anni (in quel caso sarebbe stato una decina di anni più
giovane di Musashi) ed i cinquanta.
E troviamo una duplicazione pressoché
perfetta del duello Tsukahara - Musashi in un'altra tenzone, su cui
veramente non si sa molto, ma che interessa anchessa il praticante di
aikido.
Muso
Gonnosuke Katsuyoshi è il fondatore della scuola di jodo Muso Shinto
Ryu, ma nemmeno di lui si conosce molto. Si crede che sia l'inventore
del jo, il bastone da combattimento di 4 shaku e 8 bu (circa 128 cm) ben
noto anch’esso ai praticanti di aikido. Si dice che ebbe l'intuizione
di accorciare il bo, un bastone dritto lungo 6 shaku (180 cm)
ottenendone un’arma ben piú maneggevole e micidiale.
Ebbe un primo duello con Musashi in epoca e
località imprecisate, secondo alcuni armato di bokken, secondo la
maggior parte delle fonti utilizzando il bo, e venne sconfitto. Musashi
bloccò la sua arma utilizzando le due spade incrociate a
formare una x, una tecnica chiamata in giapponese jujidome (il numero
juji, rappresentato con un ideogramma simile ad una croce, è
l'equivalente del nostro x).
Va
precisato per completezza di informazione che nella panoplia del
samurai esisteva già un'arma paragonabile al jo; si chiamava yarite e
consisteva in una lancia più corta del consueto, da utilizzare
prevalentemente per combattimenti in luoghi ristretti. Erano infatti
armati di yarite molti dei 47 ronin già appartenuti al clan degli Asano
che in una fredda notte del dicembre 1702 (gennaio 1703 secondo il
nostro calendario) assalirono la dimora fortificata in cui si era
rifugiato il signore di Kira, causa della rovina del loro feudo e della
morte del loro signore Asano Takumi no kami.
Tornando alla storia di Gonnosuke
Katsuyoshi, si vuole che si sia ritirato nel tempio di Shinto, da cui
poi prese il nome la sua scuola, per seguire delle pratiche ascetiche al
termine delle quali avrebbe intrapreso un lungo musa shogyo, pellegrinaggio marziale senza meta per incontrare gli esponenti delle maggiori scuole di spada e confrontarsi con loro.
In circostanze sconosciute, le prime cronache che ne fanno menzione risalgono al Kaijo Monogatari, che venne compilato solamente
dopo la metà del XVII secolo, sarebbe avvenuto un secondo duello con
Musashi, da cui Gonnosuke uscì vittorioso grazie all'uso del jo.
La sua scuola, Muso Shinto ryu, ancora oggi si basa soprattutto
sull'utilizzo del jo per difendersi da un attacco di spada. Ne
riparleremo ovviamente quando tratteremo del jo.
Tratto da:
http://www.musubi.it/index.php/aikido/tecnica/198-bokken?showall=&start=1